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Il Cuore è un eroe


E' mattina, sono con la mia tazzina di caffè caldo e fumante, sorseggiandolo poco per volta, per gustarlo meglio. Guardo fuori dalla finestra e mi godo il sole, che dopo tanti giorni, ritorna a regalarci la sua debole luce invernale, sorrido e ringrazio Dio per questo. Mi dirigo verso il divano, mi accomodo e accendo la tv. Bah! Il suo buongiorno non è per niente positivo, infatti, fiumi di parole piene di disgrazie, arrivano dritte al petto. Penso : " E' impossibile lasciare riposare il cuore!". Allora, spengo la tv e decido di volermi godere il mio caffè, in compagnia delle mie riflessioni. Dal risveglio, fino all'ora d' andare a dormire, il cuore non si ferma mai, è sempre pieno e carico d'emozioni. Un pensiero : " Il cuore è un eroe...". Si, ci avete mai pensato ? Eppure ogni giorno, lui, deve affrontare tante cose, a partire dal risveglio, ventiquattro ore su ventiquattro... pensateci un po. E a proposito di questo, voglio raccontarvi una mia esperienza, felice di poterla condividere con Voi, forse può aiutarvi, o forse vi fermerete nel leggerla, perché troverete noioso l'argomento, ma sono certa che molti dei vostri cuori si rifletteranno.
 Era un mercoledì, il giorno che mi ero prefissata di lavorare non stop, dato che nella cittadina in cui vivo, ogni mercoledì c'è il mercato, e si sa, quando ci sono i banchetti, per risparmiare, quasi tutte le persone accorrono per fare spesa, ed io approfittavo di quel giorno, nella speranza di gettare giù al meno un preventivo . In quel periodo, ancora ero decisa a mandare avanti la mia attività commerciale, che come tutte le altre attività, in questa epoca, è stata destinata a chiudere. Quel mercoledì fu per il mio cuore davvero dura, e nel mondo dell'invisibile, forse, avevano pensato di mettermi alla prova. Mi preparai per uscire, un po prima dell'orario d'apertura, avevo voglia di fare colazione al bar. Arrivai in centro, parcheggiai la macchina e mi avviai, pensando in una buona "olandesina" ricca di uva passa  e un cappuccino caldo. Camminai in una via del piccolo centro storico, osservando le vetrine dei miei colleghi. Mi fermai ad osservare un paio di scarpe, e mentre mi sforzavo di poter leggere il prezzo, dato che era scritto talmente piccolo, che sarebbe servito un binocolo per leggerlo, le mie orecchie furono attratte da strani lamenti, fino a quando non sentii chiaramente : " Signorina, qualcosa per me ..qualcosa per me". Mi voltai e per una frazione di secondo, il mio sguardo cercò quella voce, si abbassò e potei vedere una signora anziana, seduta per terra, chiedendo l'elemosina. La vidi, vecchia, rugosa, con il corpo deformato, sentii dentro di me il cuore piangere, gonfiarsi di tristezza. Restai immobile di fronte a lei, cercando nella mia borsa, con una mano, il portafoglio, mentre osservavo le persone cariche di sacchetti, passarle davanti,  come fosse invisibile. Nel mentre, una mamma si fermò lì, davanti alla poveretta, con un pezzo di focaccia enorme, cercando di farlo mangiare al suo bambino, che faceva capricci, il figlio vide la vecchina e disse : " Mamma dallo a lei ". La vecchina sorrise al piccolo, ma la madre lo strattonò e gli rispose :" Stai zitto, non lo sai che questa gente non ha voglia di lavorare?", e se lo trascinò via. Io rimasi allibita ! Il mio cuore era colmo di rabbia. Presi dei soldi e mi avvicinai a lei, glieli posi nella mano e le feci un sorriso d'amore e proseguii verso il bar, ma il mio cuore non si sentiva bene, era troppo poco, troppo poco per quella vecchina. Allora entrai nella panetteria, presi del pane, un litro di latte e un bel pò di focaccia. Faceva freddo, mio cuore era triste, lo sentivo sempre più gonfio e mi diceva : " Perla, non dovrebbero esistere persone che muoiono di fame, cavolo siamo esseri senzienti, capaci di costruire, rendere calde le case...". Entrai d'istinto in un negozio d' abbigliamento cinese e comprai per lei, nelle mie possibilità, un maglione, una sciarpa, un cappello e dei guanti. Ritornai  e gli donai il tutto. Il mio cuore, rimase sempre gonfio, sempre triste, insoddisfatto, inutile, sconfitto. Andai al bar, volevo piangere, ma mi trattenni, presi solo un caffè e mi avviai in negozio. Le ore passavano, e di un cliente nemmeno l'ombra, ma non m'importava più, quello che era prioritario in quel momento era cercare di far riposare il mio cuore. Mi collegai su internet ed entrai nel mio profilo facebook, per distrarmi un pò. Vidi che il mio "angelo", dall'altra parte dello schermo, mi dava il buongiorno, gli risposi, e ci accordammo per una videochiamata su skype. Entrammo in conversazione, nel mentre, la porta del negozio si aprì, ma non era un cliente, era un ragazzo di colore, chiese il permesso per entrare. Dissi al mio "angelo" di attendere e lo feci accomodare. Anche lui aveva necessità, mi raccontò della sua vita, si chiamava Christian e proveniva dalla Somalia. Mi raccontò della guerra, della sua famiglia, e mi mostrò un piede ferito da una bomba. Vidi che aveva dei sandali aperti, con quel freddo Dio mio ! E pensai : " Cuore mio, non puoi proprio riposare! " Gli donai dei soldi, lui quasi non li voleva, gli sembravano troppi, i suoi occhi mi guardarono come se gli avessi dato una casa ! Insistetti che li tenesse. Il mio "angelo" ascoltò tutta la conversazione. Promisi a Christian di portargli un bel paio di scarponi, gli dissi che dal giorno dopo, sarebbero stati in negozio, e che in qualunque giorno sarebbe passato, io glieli avrei donati. Quando lui andò via, continuai a parlare su skype, non ne potei più, piansi tanto, e il mio "angelo", dall'altra parte dello schermo, pur se lontano, ma sempre vicino a me, mi consolò. Cosi fu. Christian passò un paio di settimane dopo, a prendersi gli scarponi. Ed ogni mercoledì, passava a salutarmi indossandoli felice,  entrava, si sedeva, mi raccontava ogni colloquio di lavoro, ogni telefonata che faceva alle sue sorelle, i suoi sogni e ambizioni. Christian aveva solo 21 anni. Ancora oggi, a volte penso in lui, e chiedo a Dio che possa aver finalmente  trovato un pò di pace su questa terra , quel giovane ragazzo, che ha dovuto vedere la morte e subire la guerra, anche il suo cuore non riposerà mai. Ecco perché il "Cuore è un eroe ". Sento dentro di me quella voce e dico a voi,ciò che la mia anima ascolta:
 " Il nostro cuore è immenso, 
generoso oltre ogni limite naturale, è un eroe.
 Lasciatelo combattere!"
Perla 

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